Dedicato a...

Brano tratto dal libro "Da bancaria per caso a casalinga per scelta - Autobiografia di una rivoluzionaria del XXI secolo" di Silvana Planeta

La luna nel pozzo
Nel 1992, dopo sei anni di onorata frequenza universitaria, conseguii a pieni voti la laurea in Scienze Economiche e Bancarie, discutendo una tesi in Economia Ambientale. La sua preparazione ed elaborazione furono un parto indolore, anzi, direi, un piacevole impegno quotidiano che mi portava in giro tra biblioteche e centri di ricerca specializzati in materia. Provvidi personalmente alla sua battitura e stampa, servendomi di una stampante ad aghi di primissima generazione (oggi antidiluviana), di cui ricordo ancora il metallico rumore a scatti…  
Ma poiché la laurea significava la fine della mia vacanza in Toscana, pensai bene di prolungare gli studi, iscrivendomi ad un corso di specializzazione, della durata di due anni: altri settecentoventi giorni di respiro, durante i quali avrei dovuto inventarmi qualcosa di nuovo per allungare il brodo!
Da buona Gemelli refrattaria alla monotonia, scelsi una specializzazione che nulla aveva a che fare con la materia della mia tesi di laurea. Si trattava di una specializzazione in Amministrazione Pubblica, dunque di taglio essenzialmente giuridico che, capirete bene, si incastrava ben poco con la mia formazione prettamente economica. Il motivo di questa scelta vi sembrerà pazzesco, ma, per un animo sensibile al bello come il mio, fu determinante la sede dove si sarebbero svolte le lezioni, due volte alla settimana, per un biennio. Si trattava di una villa rinascimentale, Villa Chigi Farnese, immersa nel verde della campagna senese, poco distante dalla città e a cui si accedeva tramite una strada a sterro di un paio di chilometri.
Lo spettacolo che si aprì dinanzi ai miei occhi, quando mi recai sul posto per un sopralluogo, fu indescrivibile: rimasi letteralmente rapita dall’aura che circondava non solo la splendida villa, ma l’intero complesso cinquecentesco. Era come se il tempo si fosse cristallizzato e tutto fosse immerso in un’immobilità surreale. Le armoniose linee rinascimentali dell’edificio avrebbero incantato anche il più distratto dei visitatori, alla stregua di un’ammaliante sirena, fluttuante dinanzi ad ignari navigatori.
Il paesaggio circostante emanava esattamente la stessa energia: la villa era circondata da querce, tigli e castagni secolari che in autunno emanavano un inebriante umore di sottobosco e in primavera esplodevano in una sinfonia di vivido fogliame e odorosa fioritura. Non era raro scoprire di giorno i segni del passaggio notturno di qualche abitante del bosco, come, ad esempio, le impronte lasciate da una famiglia di cinghiali o i lunghi aghi di un istrice che, nel mio immaginario, doveva averli persi lisciandoseli al chiaro di luna.
Ma l’elemento più affascinante di questo incredibile scenario era senza dubbio il pozzo in pietra che se ne stava al centro del cortile, a rimirare da secoli l’antica dimora. Mi piaceva pensare che quel pozzo fosse un guardiano imperituro, nel cui fondo, sotto il riflesso della luna, si celava un accesso segreto alle fondamenta della villa, dove essa nascondeva a sguardi  profani il mistero della sua eternità.
Alla luce di tutto ciò, pensate, dunque, che fosse davvero importante cosa andassi a studiare in quel posto?
Peraltro, ancora non sapevo che di lì a poco, proprio in quella magica villa, avrei incontrato un angelo che mi sarebbe stato accanto durante tutta la mia permanenza a Siena ed anche oltre.
Ma di questo vi parlerò nel prossimo capitolo!

Luna -Photo by Paola Mocella


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The Rite of Spring di Stravinsky fa da azzeccatissima colonna sonora alla parte dedicata alla creazione nel lungometraggio della Disney Fantasia. Infatti,la primavera è la stagione della rinascita: la Natura si risveglia e la Terra comincia a coprirsi di colori; è il tempo del ritorno della vegetazione, gli uccelli costruiscono i nidi e si accoppiano. Ecco perché questa data è associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio.
Un mito che mostra bene l'idea di un sacrificio e di una successiva rinascita è quello frigio di Attis e Cibele: Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della dea Cibele e da questa amato, voleva abbandonarla per sposare una donna mortale. Cibele lo fece impazzire ed egli si evirò morendo dissanguato. Dal suo sangue nacquero viole e mammole. Gli dei, non potendolo resuscitare, lo trasformarono in un pino sempreverde.
Dopo l'Equinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito). Adone era in realtà il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo "Adon" (Signore). Egli dimorava sei mesi all'anno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell'equatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l'equivalente dell'Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritorna nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti.
Tutti questi miti ci mostrano l'unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo) e un simbolismo terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna. La primavera era infatti la stagione per accoppiamenti rituali, nozze sacre in cui il Dio e la Dea (personificati spesso da un sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiano per propiziare la fertilità.

 

Come molte delle antiche festività pagane, l’Equinozio di Primavera fu cristianizzato: la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’Equinozio, i cristiani celebrano la Pasqua, commemorando la resurrezione di Cristo. Lo stretto legame tra cultura pagana e cultura cristiana ci è dato anche da due autorevoli fonti: Virgilio e Dante. Il primo, in Georgiche II, 336-342, colloca la nascita del mondo in primavera; il secondo, in Inferno I, 37-43, segue la credenza che la creazione del mondo fosse stata compiuta in primavera, quando il Sole è in congiunzione con la costellazione dell'Ariete.


Georgiche, II vv.336-342

“Giorni diversi non credo / che brillassero un tempo alle origini del mondo / o di diverso corso: era primavera: / su tutta la terra passava primavera,  / ed Euro trattenne i turbini d'inverno / quando i primi animali bevvero la luce / e la razza degli uomini nei campi aspri alzò il capo / e spinte furono le fiere nelle selve, le stelle nel cielo.”



Inferno I, vv37-43

Temp’era dal principio del mattino,
e ’l sol montava ’n sù con quelle stelle
39ch’eran con lui quando l’amor divino

mosse di prima quelle cose belle;
sì ch’a bene sperar m’era cagione
42di quella fiera a la gaetta pelle

l’ora del tempo e la dolce stagione;


 

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