CAP. I - Digrammi, Trigrammi, Dittonghi, Trittonghi, Iato
TROVA: 13 digrammi, 6 trigrammi, 7 dittonghi, 3 trittonghi, 3 iati
TROVA: 13 digrammi, 6 trigrammi, 7 dittonghi, 3 trittonghi, 3 iati
Attento! C'è un intruso
ghianda, glicine, tuono, margherita, giaguaro, biscia, ghirlanda, gheriglio, giaciglio, leone, faina, aiuola, buoi, pianura, oasi, scimmia, pesce, agnello, laghi, ghiaia, sciame, fiume, boscaiolo, ciliegia, ciottolo, bachi, mosche.
CAP. I - La divisione in sillabe
Dividi in sillabe le parole evidenziate
E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a se stessi.
Sant'Agostino
CAP. I - La divisione in sillabe
Dividi in sillabe le parole evidenziate
Sant'Agostino
CAP. I - L' accento
Segna l’ accento sulle seguenti parole e, poi, indica, barrando la lettera corrispondente, se sono tronche, piane, sdrucciole, bisdrucciole:
fiume T P S B bambu T P S B
istrice T P S B foresta T P S B
uragano T P S B inestricabile T P S B
fulmine T P S B innaffiateglielo T P S B
CAP. I - I fonemi fonetici di collegamento
Nel brano sotto riportato, individua i fonemi fonetici di collegamento
Un giorno, sulla striscia d' aiuola d' un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinaron dei funghi. Nessun se n' accorse, eccezion fatta per il manovale Marcovaldo, che proprio lì prendeva ogni mattina, di gran carriera, il tram, insieme col ragionier Rossi.
(adattato da Marcovaldo, di I. Calvino)
Cap. I - La punteggiatura
Sistemate adeguatamente la punteggiatura
Restavano lì in cortile uomo e pianta l'uno di fronte all'altra l'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi Marcovaldo a naso in su assaporava l'odore della pioggia un odore per lui già di boschi e prati e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
( da Marcovaldo, di I. Calvino)
Cap. I - L' uso delle maiuscole
Inserisci opportunamente le maiuscole
quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. la costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Cap. II - L'articolo determinativo
Inserisci l'articolo determinativo a posto dell'asterisco *
Dinanzi alle terme di Caracalla
Corron tra 'l Celio fosche e l'Aventino
* nubi: * vento dal pian tristo move
umido: in fondo stanno * monti albani
bianchi di nevi.
A le cineree trecce alzato il velo
verde, nel libro una britanna cerca
queste minacce di romane mura
al cielo e al tempo.
Continui, densi, neri, crocidanti
versansi i corvi come fluttuando
contro * due muri ch'a più ardua sfida
levansi enormi.
"Vecchi giganti" par che insista irato
l'augure stormo "a che tentate il cielo?"
Grave per * aure vien da Laterano
suon di campane.
Ed un ciociaro, nel mantello avvolto,
grave fischiando tra * folta barba,
passa e non guarda. Febbre, io qui t'invoco,
nume presente.
Se ti fur cari i grandi occhi piangenti
e de * madri le protese braccia
te deprecanti, o dea, da 'l reclinato
capo de i figli:
se ti fu cara su 'l Palazio eccelso
* ara vetusta (ancor lambiva il Tebro
l'evandrio colle, e veleggiando a sera
tra 'l Campidoglio
e l'Aventino il reduce quirite
guardava in alto la città quadrata
dal sole arrisa, e mormorava un lento
saturnio carme);
febbre, m'ascolta. * uomini novelli
quinci respingi e lor picciole cose:
religïoso è questo orror: la dea
Roma qui dorme.
Poggiata il capo al Palatino augusto,
tra 'l Celio aperte e l'Aventin * braccia,
per la Capena i forti omeri stende
a * Appia via.
Cap. II - L'articolo indeterminativo
Trova gli articoli indeterminativi nel video di Alessandro Siani.
Cap. I - L' uso delle maiuscole
Inserisci opportunamente le maiuscole
quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. la costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Cap. II - L'articolo determinativo
Inserisci l'articolo determinativo a posto dell'asterisco *
Dinanzi alle terme di Caracalla
Corron tra 'l Celio fosche e l'Aventino
* nubi: * vento dal pian tristo move
umido: in fondo stanno * monti albani
bianchi di nevi.
A le cineree trecce alzato il velo
verde, nel libro una britanna cerca
queste minacce di romane mura
al cielo e al tempo.
Continui, densi, neri, crocidanti
versansi i corvi come fluttuando
contro * due muri ch'a più ardua sfida
levansi enormi.
"Vecchi giganti" par che insista irato
l'augure stormo "a che tentate il cielo?"
Grave per * aure vien da Laterano
suon di campane.
Ed un ciociaro, nel mantello avvolto,
grave fischiando tra * folta barba,
passa e non guarda. Febbre, io qui t'invoco,
nume presente.
Se ti fur cari i grandi occhi piangenti
e de * madri le protese braccia
te deprecanti, o dea, da 'l reclinato
capo de i figli:
se ti fu cara su 'l Palazio eccelso
* ara vetusta (ancor lambiva il Tebro
l'evandrio colle, e veleggiando a sera
tra 'l Campidoglio
e l'Aventino il reduce quirite
guardava in alto la città quadrata
dal sole arrisa, e mormorava un lento
saturnio carme);
febbre, m'ascolta. * uomini novelli
quinci respingi e lor picciole cose:
religïoso è questo orror: la dea
Roma qui dorme.
Poggiata il capo al Palatino augusto,
tra 'l Celio aperte e l'Aventin * braccia,
per la Capena i forti omeri stende
a * Appia via.
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Cap. II - L'articolo indeterminativo
Trova gli articoli indeterminativi nel video di Alessandro Siani.
ESERCIZIO N°1
RispondiEliminadiagrammi:margherita,ghirlanda,scimmia,pesce,agnello,bachi,mosche
trigrammi:ghianda,biscia,gheriglio,ghiaia,sciame
dittonghi:tuono,faina,aiuola,pianura,fiume,boschaiolo,ciliegia
trittonghi:buoi
Iati:leone,giaguaro,oasi
ESERCIZIO N°2
u/o/mi/ni
vet/te
mon/ta/gne
va/sti
ma/ri
am/pie
fiu/mi
o/ce/a/no
a/stri
FABIO B. 1^C
un errore
EliminaEs. N1
RispondiEliminaDigrammi:GHianda,marGherita,GIaguaro,GHirlanda,GheriGLio,GIaciGLio,SCimmia,peSCe,aGNello,laGHi,GHaia,cilieGIa,CIottolo,baCHi,mosCHe
Trigrammi:biSCIa,giaciGLIo,SCImmia,SCIame,gheriGLIo
Dittonghi:Tuono,gIAguaro,fAIna,pIAnura,scimmIA,fIUme
Trittonghi:AIUola,bUOI,ghIAIa
Iati:OAsi,boscAIolo,fAIna
Es. N2
uo/mi/ni
vet/te
mon/ta/gna
va/sti
ma/re
am/pie
fiu/mi
o/ce/a/no
A/stri
bene
Eliminaesercizio n 1
RispondiEliminadigrammi: margherita, giaguaro, ghirlanda, gheriglio, giaciglio, scimmia, pesce, agnello, laghi, ciliegia, ciottolo, bachi, mosche.
trigrammi: ghianda, biscia, sciame, giaciglio, ghiaia, gheriglio.
dittonghi: tuono, giaguaro, pianura, scimmia, fiume, boscaiolo, ciliegia.
trittonghi: buoi, aiuola, ghiaia.
iati: oasi,faina.
esercizio n 2
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
a-mpie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stri.
Alessandro.V. 1 C
Esercizio 1
RispondiEliminaDigrammi: scimmia, pesce, agnello, glicine, margherita, ghirlanda, laghi, mosche, gheriglio, bachi, giaguaro, giaciglio, ciottolo
Trigrammi: biscia, ghianda, ghiaia, giaciglio, gheriglio, sciame
Dittonghi: tuono, giaguaro, gheriglio, scimmia, sciame, ciliegia
Trittonghi: ghiaia, buoi, aiuola
Iato: boscaiolo, oasi, faina
Esercizio 2
uo\mi\ni
vet\te
mon\ta\gne
vas\ti
ma\re
am\pie
fiu\mi
o\ce\a\no
as\tri
Giuseppe B.
un errore
EliminaEsercizio n^1
RispondiEliminadigrammi: margherita,giaguaro,ghirlanda,gheriglio,giaciglio,scimmia,pesce,agnello,laghi,sciame,ciliegia,ciottolo,bachi,mosche.
trigrammi:gheriglio,giaciglio,ghianda,biscia,sciame,ghiaia
dittonghi:tuono,giaguaro,biscia,giaciglio,leone,pianura,scimmia,sciame,fiume,ciliegia,ciottolo.
trittonghi:aiuola,buoi,ghiaia
iati:faina,oasi,boscaiolo
Esercizio n^2
uo/mi/ni
vet/te
mon/ta/gne
va/sti
ma/re
a/mpie
fiu/mi
o/ce/a/no
a/stri
EMILIO R. 1 C
Esercizio N 1
RispondiEliminaDigrammi:ghianda,margherita,ghirlanda,giaguaro,ghiaia,giacigli,scimmia,agnello,pesce,laghi,ciliegia,bachi,mosche
Trigrammi:giaciglio,biscia,sciame,gheriglio,ghianda,ghiaia,
Dittonghi:tuono,giaguaro,pianura,fiume,scimmia,ciliegia,boscaiolo
Trittonghi:aiuola,buoi,ghiaia
iato:boscaiolo,oasi,faina
Esercizio N 2
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
vas-ti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stri
Carmine G.
un errore
EliminaEsercizio n 1
RispondiEliminaDigramma: margherita,giaguaro,ghirlanda,gheriglio,giaciglio,scimmia,pesce,agnello,
laghi,ciliegia,ciottolo,bachi,mosche;
Trigramma: ghianda,biscia,ghiaia,sciame,gheriglio,giaciglio;
Dittonghi:tuono,giaguaro,biscia,gheriglio,giaciglio,pianura,scimmia,fiume,ciliegia,
boscaiolo;
Trittongo: aiuola,buoi,ghiaia;
Iato: leone,faina,oasi;
Esercizio n 2
uo-mi-ni vet-te mon-ta-gne va-sti ma-re
am-pie fiu-mi o-ce-a-no a-stri
Michela M. 1 C
Es.1
RispondiEliminaDigrammi: glicine, margherita, giaguaro, ghirlanda, gheriglio, giaciglio, scimmia, pesce, agnello, laghi, bachi, mosche, ciottolo.
Trigrammi: Ghianda, biscia, giaciglio, ghiaia, sciame, gheriglio.
Dittonghi: ghianda, tuono, giaguaro, giaguaro, biscia, gheriglio, giaciglio.
Trittonghi: aiuola, buoi, ghiaia.
Iato: leone, faina, boscaiolo.
Es.2
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stri.
ESERCIZIO 1
RispondiEliminaDIGRAMMI: glicine, agnello, biscia, sciame, pesce, mosche, bachi, ghianda, margherita, ghirlanda, gheriglio, ghiaia, giaguaro.
TRIGRAMMI: gheriglio, giaciglio, biscia, sciame, ghianda, ghiaia.
DITTONGHI: ghianda, tuono, giaguaro, biscia, gheriglio, giaciglio, aiuola, buoi, pianura, scimmia, ghiaia, sciame, fiume, boscaiolo, ciliegia, ciottolo.
TRITTONGHI: aiuola, fiume, ghiaia
IATO: boscaiolo, oasi,ghiaia.
ESERCIZIO 2
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stro
AURORA D.D. 1°C
ESERCIZIO N°1
RispondiEliminaDigrammi: glicine, gheriglio, ghirlanda, margherita, scimmia, pesce, agnello, laghi, boscaiolo, mosche, bachi, ghiaia, ghianda
Trigrammi: ghianda, giscia, giaciglio, sciame, ghiaia, gheriglio
Dittonghi: pianure, fiume, tuono, faina, giaguaro, ciottolo
Trittonghi: aiula, buoi, ghiaia
Iato: leone, oasi, faina
ESERCIZIO N°1
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stri
RICCARDO I. 1^C
ESERCIZIO N°1
RispondiEliminaDIGRAMMI :pesce,agnello,laghi,boschi,mosche,marghrita,ghirlanda,gheriglio,scimmia
TRIGRAMMI :ghianda,biscia,gheriglio,giaciglio,sciame
DITTONGHI :tuono,giaguaro,buoi,pianura
TRITTONGHI : aiuola
IATO : leone , faina,oasi
INTRUSO . glicine
ESERCIZIO N°1 :
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stri
ESERCIZI ALTRA PAGINA
RispondiEliminaES.3
DIGRAMMI :campagna,montagna,fianchi,che,chimica.
TRIGRAMMI :schiuma,foglie,coglie,scompiglia,toglie
DITTONGHI :fiori,bruciato,pianeti,sfiora,soffia.
IATO :riempie
DIGRAMMI : che,montagna,sanguigno,egli,chiarità,
TRIGRAMMI :schiacciata
DITTONGHI :piani,liberazione,deliziosa,chiarità,silenzio
IATO : chiaria,paura,pauroso
ES.1
DIGRAMMI :sci,scegli,chi,montagna,che,ascendi.
TRIGRAMMI:sciare ,cogliere
DITTONGHI :acquistare,guida,sia,istruzioni,paio
TRITTONGHI : vuoi
Esercizio n°1
RispondiEliminaDigrammi: margherita-ghirlanda-giaguaro-gheriglio-giaciglio-scimmia-pesce-agnello-laghi-ciliegia-ciottolo-bachi-mosche;
Trigrammi: ghianda-biscia-gheriglio-giaciglio-ghiaia-sciame;
Dittonghi: tuono-giaguaro-ciliegia-giaciglio-pianura-scimmia-fiume;
Trittonghi: aiuola-buoi-boscaiolo;
Iato: leone-oasi-boscaiolo
Esercizio n°2
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stro
Barone Rosa 1^C
ESERCIZIO 1
RispondiEliminaDIGRAMMI:glicine,margherita,ghirlanda,gheriglio,scimmia,pesce,agnello,laghi,bachi,mosche,giaciglio,ciottolo,ciliegia
TRIGRAMMI:ghianda,biscia,gheriglio,giaciglio,ghiaia,sciame,
DITTONGHI: tuono,giaguaro,faina,pianura,scimmia,fiume,ciottolo
TRITTONGHI:aiuola,buoi,ghiaia
IATO:oasi,faina,leone
ESERCIZIO 2:LA DIVISIONE IN SILLABE
uo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stri
Mario O.1°C
Esercizio n. 1
RispondiEliminaDigrammi: marGHErita,GIAguaro,GHIrlanda, GIAciglio, GHEriglio, SCImmia, peSCE, aGNEllo, laGHI, CIOttolo, cilieGIA, baCHI, mosCHE
Trigrammi: GHIAnda, biSCIA, giaciGLIO, GHIAia, SCIAme
Dittonghi: tUOno, lEOne, pIAnura, scimmIA, ghiaIA, fIUme, boscaIOlo
Trittonghi: AIUola, bUOI, ghIAIa
Iati: faina, oasi
Intruso: glicine
Esercizio n. 2
uo/mi/ni va/sti
vet/te ma/re
mon/ta/gne am/pie
fiu/mi o/ce/a/no
a/stri
Pasquale F. 1C
Esercizio n°1
RispondiEliminaDigrammi: margherita, ghirlanda, scimmia, pesce, agnello, bachi, mosche
Trigrammi: ghianda, biscia, gheriglio, ghiaia, sciame
Dittonghi: tuono, faina, aiuola, pianura, fiume, boscaiolo, ciliegia
Trittonghi: buoi
Iati: leone, giaguaro, oasi
Esercizio n°2
u/o/mi/ni
vet/te
mon/ta/gne
va/sti
ma/ri
am/pie
fiu/mi
o/ce/a/no
a/stri
Marianna M. 1°C
un errore
EliminaEsercizio 1
RispondiEliminaDigrammi: scimmia, pesce, agnello, glicine, margherita, ghirlanda, laghi, mosche, gheriglio, bachi, giaguaro, giaciglio, ciottolo
Trigrammi: biscia, ghianda, ghiaia, giaciglio, gheriglio, sciame
Dittonghi: tuono, giaguaro, gheriglio, scimmia, sciame, ciliegia
Trittonghi: ghiaia, buoi, aiuola
Iato: boscaiolo, oasi, faina
Esercizio 2
uo\mi\ni
vet\te
mon\ta\gne
vas\ti
ma\re
am\pie
fiu\mi
o\ce\a\no
as\tri
GABRIELE S. 1^C
un errore
Eliminaal\be\ro, fio\re, ger\mo\glio, pra\to, ru\gia\da, gai, tu\li\pa\ni, ver\de, fab\bri\che, ri\scal\di, rag\gi, cie\lo, sta\gnan\te, mor\bo, a\ri\a, pri\ma\ve\ra, tie\pi\da, brez\za,
RispondiEliminamac\chi\ne, u\gua\li, re\al\tà, di\chia\re\rà.
Es 2 potenziamento
uo\mi\ni, vet\te, mon\ta\gna, va\sti, ma\re, am\pie, fiu\mi, o\ce\a\no, as\tri.
MATTIA C. 1^C
ESERCIZIO 2
RispondiEliminauo-mi-ni
vet-te
mon-ta-gne
va-sti
ma-re
am-pie
fiu-mi
o-ce-a-no
a-stro
OLIVIERI MARIO 1°C
Elisioni: D'- D'- N'
RispondiEliminaTroncamenti: Germinaron- Nessun- Eccezzion- Gran- Col- Ragionier
Giuseppe B. 1C
esercizio attinente ai fonemi fonetici di collegamento
RispondiEliminaELISIONI: d' , d' , n'
TRONCAMENTO: germinaron , nessun , eccezion , gran , col , ragionier
esercizio dei fonemi fonetici di collegamento
RispondiEliminaElisioni: D'- D'- N'
Troncamenti: germinaron - nessun - eccezzion - gran - col - ragionier
GABRIELE S. 1^C
Restavano lì, in cortile, uomo e pianta l'uno di fronte all'altra. L'uomo, quasi provando sensazioni da pianta disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi, Marcovaldo a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiElimina( da Marcovaldo, di I. Calvino)
G.Bernardi 1C
Quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiElimina( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
G. Bernardi 1C
La Punteggiatura
RispondiEliminaRestavano li, in cortile, uomo e pianta, l’uno di fronte all’altra, l’uomo, quasi provando sensazioni da pianta, disabituata all’aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt’a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l’odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente ricordi indistinti.
(Da Marcovaldo, di I. Calvino)
L’uso delle maiuscole
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a Settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
(Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Pasquale F. 1C
Cap. I - La punteggiatura
RispondiEliminaSistemate adeguatamente la punteggiatura
Restavano lì, in cortile, uomo e pianta ,l'uno di fronte all'altra. L'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi .Marcovaldo ,a naso in su ,assaporava l'odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati ,e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
( da Marcovaldo, di I. Calvino)
Cap. I - L' uso delle maiuscole
RispondiEliminaInserisci opportunamente le maiuscole
Quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Restavano lì, in cortile, uomo e pianta l'uno di fronte all'altra. L'uomo, quasi provando sensazioni da pianta disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi, Marcovaldo a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaMaiuscole
Quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Pio I.
Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all’aria aperta e ai fenomeni della natura, quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore – per lui – già di boschi e di prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaQuel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Barone Rosa 1^C
Professoressa, sono Rosa...
EliminaVolevo dirvi che ho dimenticato di mettere la lettera maiuscola ai nomi propri del secondo esercizio
Restavano lì, in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra. L'uomo, quasi provando sensazioni da pianta disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaAlessandro.V. 1 C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiEliminaAlessandro.V. 1^C
Punteggiatura
RispondiEliminaRestavamo lì, in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all' altra. L'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all' aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l' odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente ricordi indistinti.
(da Marcovaldo, di I. Calvino)
Maiuscole
Quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno,tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a pender corso e a figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa,e l' Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti, contigui, l'uno detto di San Martino,l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega; talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio di su le mura di Mliano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon prezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse, di terre, ti ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni )
Carmine G. 1C
PUNTEGGIATURA
RispondiEliminaRestavano lì, in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra. L'uomo, quasi provando sensazioni da pianta disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt' a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore per lui già di boschi e prati e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
MAIUSCOLE
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
AURORA D.D 1°C
Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta, disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l' odore della pioggia, un odore - per lui - già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta, disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l' odore della pioggia, un odore - per lui - già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Michela Marciano 1^C
Punteggiatura Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta, disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l' odore della pioggia, un odore - per lui - già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaMaiuscole Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
OLIVIERI MARIO 1°C
Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta, disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l' odore della pioggia, un odore - per lui - già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
GABRIELE S. 1^C
*LA PUNTEGGIATURA
RispondiEliminaRestavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta, disabituata all'aria aperta e ai fenomeni della natura, sbalordita quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l' odore della pioggia, un odore - per lui - già di boschi e prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
*L'USO DELLE MAIUSCOLE
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Marianna Micera 1^C
Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all’aria aperta e ai fenomeni della natura, quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore (per lui) già di boschi e di prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RICCARDO I. 1^C
Restavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all’aria aperta e ai fenomeni della natura, quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore (per lui) già di boschi e di prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
RispondiEliminaQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Antonio I.
LA PUNTEGGIATURA
RispondiEliminaRestavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all’aria aperta e ai fenomeni della natura, quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore (per lui) già di boschi e di prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
L'USO DELLE MAIUSCOLE
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Davide I. 1^C
LA PUNTEGGIATURA
RispondiEliminaRestavano lì in cortile, uomo e pianta, l'uno di fronte all'altra, l'uomo quasi provando sensazioni da pianta disabituata all’aria aperta e ai fenomeni della natura, quasi quanto un uomo che si trovi tutt'a un tratto bagnato dalla testa ai piedi e coi vestiti zuppi. Marcovaldo, a naso in su, assaporava l'odore della pioggia, un odore (per lui) già di boschi e di prati, e andava inseguendo con la mente dei ricordi indistinti.
L'USO DELLE MAIUSCOLE
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
L’uso delle maiuscole
RispondiEliminaQuel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a Settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
Pasquale F. 1C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna.Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiElimina( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
AURORA D.D 1°C
Cap. I - L' uso delle maiuscole
RispondiEliminaInserisci opportunamente le maiuscole
Quel ramo del lago di como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiElimina( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
MICHELE C. 1° C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiEliminaRiccardo I. 1^C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san Martino, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiEliminaMichela M.1C
Cap. I - L' uso delle maiuscole
RispondiEliminaInserisci opportunamente le maiuscole
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Mattia C. 1^C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio,giace.
RispondiEliminaOlivieri Mario 1°C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiElimina( Da I Promessi Sposi, di A. Manzoni)
Marino Cataldo
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di San Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiEliminaMaria Adele A. 1 C
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san Martino, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace.
RispondiEliminaBarone Rosa 1^C