sabato 13 ottobre 2012

Cap. I o Della Fonologia - La punteggiatura

Ed eccoci giunti,  miei cari, al penultimo argomento del capitolo sulla Fonologia, ossia “La punteggiatura”.
La punteggiatura non è solo l’insieme dei segni grafici che evidenziano i rapporti grammaticali e sintattici tra le proposizioni e/o tra i periodi, ma è anche e soprattutto l’unico mezzo che abbiamo per rendere, nella lingua scritta, le varie sfumature espressive che caratterizzano la lingua orale. Tuttavia, bisogna riconoscere che, oggi, la punteggiatura è bistrattata, offesa, vituperata. Ormai, pochi sono gli eletti in grado di usare correttamente i punti e le virgole. Non parliamo, poi, del punto e virgola, sintesi perfetta e mirabile dell’incapacità ad adoperare, in modo proficuo, sia il primo sia la seconda. Saper usare in modo adeguato la punteggiatura è oltremodo difficile, anche perché si sta perdendo - ahimè – sempre più il gusto della scrittura “discorsiva e ornata”, soppiantato -superextrahimè - da quello della scrittura “telegrafica e incomprensibile”degli sms. L’uso corretto della punteggiatura è possibile soltanto se ne facciamo, appunto, continuamente uso, se comprendiamo che i segni di interpunzione sono, in un testo scritto, come  le note che modulano una sinfonia.
Comunque, non disperate… Sono qui apposta per darvi delle dritte (sebbene di massima, perché -ripeto- solo la pratica e la produzione di testi scritti può aiutarci a capire in che modo usare la punteggiatura) sì da riconciliarvi con questo oggetto misterioso e non bene identificato.
Prima di cominciare, però, voglio darvi un piccolo ma significativo esempio di quanto potere e quanta forza comunicativa dispongano questi minuscoli e sottovalutati segni grafici: "Punteggiatura. Sono vivo e vegeto. Sono vivo. E vegeto." (Paolo Cananzi).
I segni di punteggiatura si dividono in segni di interpunzione e segni grafici.
Sono segni di interpunzione quelli che indicano le pause:
·  punto fermo:  conclude una frase di senso compiuto o un periodo; segnala uno stacco di significato molto forte tra due periodi, sottolineato ulteriormente  andando a capo; vuole, dopo di sé,  la lettera maiuscola; conferisce particolare enfasi ad un enunciato breve (Per es., guardate come cambia la “prospettiva” se usiamo o meno il punto fermo: “Non si guardarono, perché non avevano più niente da dirsi” ; “ Non si guardarono. Non avevano più niente da dirsi”)
·  virgola: separa gli elementi di un’enumerazione; isola i vocativi, gli incisi, le apposizioni; separa, generalmente, la proposizione subordinata dalla reggente; separa le proposizioni coordinate introdotte da ma, però, tuttavia, anzi
·  punto e virgola: separa porzioni di periodo che, sintatticamente, potrebbero essere indipendenti, ma che, in quanto al pensiero, sono strettamente collegate; sostituisce la virgola nelle enumerazioni e negli elenchi, quando i singoli elementi sono accompagnati da un’apposizione o da un’ espansione troppo lunga perché si possa adoperare la virgola
·  due punti: introducono un discorso diretto o un elenco; spiegano o concludono quanto è stato affermato in precedenza
·  punto interrogativo: esprime una domanda o un dubbio nelle frasi che esprimono un’ interrogazione diretta
·  punto esclamativo: segnala il tono di gioia, rammarico, stupore di un' esclamazione; può indicare un ordine o un' esortazione; si usa dopo le interiezioni
·  puntini di sospensione: in numero fisso di tre, lasciano in sospeso una frase per far capire che c’è qualcosa di sottinteso; interrompono un’enumerazione che si ritiene inutile completare.
I segni  grafici di punteggiatura sono:
·   parentesi tonde e quadre: indicano una parte del discorso non del tutto necessaria o che interrompe il filo principale del discorso; inseriscono un spiegazione o un esempio; segnalano l’ omissione di porzioni di un testo; riportano citazioni di autori
·  trattino: unisce parole che, di solito, sono separate
·  virgolette: usate sempre in coppia, riportano una citazione o, in forma diretta, le parole di qualcuno; evidenziano le intestazioni di libri, giornali, trasmissioni, opere d’arte; segnalano l’ accezione particolare  con cui viene usata una parola o un gruppo di parole
·  lineette: introducono un discorso diretto, a posto delle virgolette; delimitano un inciso (svolgendo, dunque, una funzione analoga a quella delle parentesi tonde, ma di cui  attenuano il senso di separazione  rispetto al discorso principale)
·  asterisco: al termine di una parola o di una frase, rinvia a una nota a fondo pagina; ripetuto tre volte, sostituisce un nome proprio che non si conosce o non si vuole citare
·  barretta: indica alternanza tra due possibilità

PERICOLO La virgola non va mai usata tra soggetto e verbo; tra verbo e complemento oggetto; tra proposizione principale e proposizioni soggettive, oggettive, interrogative indirette; tra le correlative né…né, sia…sia;  prima delle congiunzioni disgiuntive o, oppure;  prima di una proposizione relativa, se questa specifica il termine o la frase precedente.
I due punti non si possono usare tra il predicato verbale ed il suo complemento oggetto, anche nel caso n cui questo sia costituito da un elenco di persone o cose.

Bene! E, ora, a noi! Sistemate la punteggiatura nel passo tratto da Il Cinghiale, di F. Mettler

Le scale strette che Gottfried Sonder risaliva portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano attraversavano una fascia di alberi secolari malconcio resto di un parco signorile dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra larici dalle sottili foglie aghiformi betulle faggi purpurei e olmi a tratti i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino filtrati dal folto fogliame formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce gli alberi attutendo il rumore della città ricordavano a Sonder la pace del bosco.

Vi ricordo di svolgere gli esercizi nello spazio riservato ai commenti e di consolidare le conoscenze con gli esercizi di recupero e potenziamento.
 Carissimi, da questa settimana ci sarà una piccola novità di impostazione: le soluzioni agli esercizi (incluse quelli di recupero-potenziamento) non saranno pubblicati volta per volta, bensì dopo un certo numero di lezioni, mentre gli esercizi di recupero-potenziamento saranno pubblicati contestualmente alla lezione. Questo perché vorrei spronarvi a svolgere gli esercizi nello spazio riservato ai commenti (che, peraltro, è uno spazio, volendo, anonimo), di modo che io possa rendermi conto di quali siano i vostri eventuali errori sì da correggerli insieme, a vantaggio di tutti quelli che seguono il blog. Mi rendo conto che le modalità di svolgimento degli esercizi sono un po’ “laboriose”, ma non mi è venuto in mente niente di più pratico ed efficace. Pertanto, se avete suggerimenti in tal senso, sarei lieta di seguirli. Potete scrivere i vostri suggerimenti nelle pagina “Riflessioni”, che potete utilizzare anche per rivolgermi domande, per chiarire dubbi, per commentare quanto ho scritto, ecc…  Aiutatemi a rendere il blog utile e agile. Vi ringrazio di cuore e…, come sempre, buon lavoro!

13 commenti:

  1. Le scale strette, che, Gottfried Sonder risaliva portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano, attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie aghiformi, betulle faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie, ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati, dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce; gli alberi attutendo il rumore della città ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    Giuseppe B. 1C

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  4. Le scale strette, che, Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie, ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce. Gli alberi ,attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.

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  5. Le scale strette, che, Gottfried Sonder risaliva portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano, attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie aghiformi, betulle faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie, ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati, dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce; gli alberi attutendo il rumore della città ricordavano a Sonder la pace del bosco.
    Pio I.

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  6. Le scale strette, che Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie, aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce; gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    Barone Rosa 1^C

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  7. Le scale strette,che Gottfried Sonder risaliva,portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano.Attraversavano una fascia di alberi secolari,malconcio resto di un parco signorile,dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra,larici dalle sottili foglie aghiformi,betulle,faggi,purpurei e olmi.A tratti i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino,filtrati dal folto fogliame,formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce.Gli alberi,attutendo il rumore della città,ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    AURORA D.D 1°C

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  8. Le scale strette, che Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce; gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.
    OLIVIERI MARIO 1°C

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  9. Le scale strette, che, Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell' autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un' edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie aghiformi, betulle, faggi, purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie, ricoprivano le scale, e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce. Gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    MICHELE C. 1°C

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  10. Le scale strette, che Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie, aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce. Gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    RICCARDO I. 1^C

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  11. Le scale strette, che Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie, aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce. Gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.
    Antonio I.

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  12. Le scale strette, che Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie, aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce. Gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    Davide I. 1^C

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  13. Le scale strette, che Gottfried Sonder risaliva, portavano dalla fermata dell’ autobus alla clinica Santo Stefano. Attraversavano una fascia di alberi secolari, malconcio resto di un parco signorile, dove crescevano scuri abeti rossi con i tronchi avvinti da un’ edera verde nerastra, larici dalle sottili foglie, aghiformi, betulle, faggi purpurei e olmi. A tratti, i rami sporgenti delle latifoglie ricoprivano le scale e gli obliqui raggi di sole mattutino, filtrati dal folto fogliame, formavano sulla terra un disegno di mobili punti di luce; gli alberi, attutendo il rumore della città, ricordavano a Sonder la pace del bosco.

    GABRIELE S. 1^C

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